Il Caso Fareed Zakaria
Riassumo
velocemente il caso (l’ottimo Alessandro Aresu ne fornisce una versione più
approfondita qui): Zakaria, stella del giornalismo internazionale che conduce
un programma su CNN e occupa il ruolo di editor-at-large per TIME, è stato
sospeso da entrambe le testate per plagio. In un commento per l’edizione del 20
agosto di TIME sul tema del controllo sulla vendita di armi negli Usa, il
giornalista ha copiato quasi integralmente un pezzo della storica Jill Lepore
pubblicato sul New Yorker. Andate a confrontare nel pezzo di Aresu su “Lo
Spazio della Politica”: si tratta di neanche dieci righe, che tuttavia sono
state sufficienti per montare un caso, e a nulla sono valse le scuse rivolte da
Zakaria a Lepore e ai lettori. Negli Usa le fonti si citano, punto e basta, e
chi si rende colpevole di un plagio –fosse anche una grande firma- poi deve
subirne le conseguenze.
L’affaire Visetti
Perdonatemi se nel riassumere la faccenda personale sarò costretto a
scadere nel provincialismo più becero: qui non parliamo di Zakaria e del New
Yorker, ma penso che questa vicenda possa servire a interrogarsi sulla
direzione intrapresa da giornalismo
italiano, sulla sua perdita di autorevolezza, e su tutte quelle altre faccende
che chi lavora nei media ben conosce, ma che dovrebbero riguardare da vicino
anche chiunque ci tiene all’informazione.
Il 17 gennaio scorso scrivo per AgiChina24.it –il portale di
informazione di AGI sulla Cina per il quale lavoro da Pechino- un articolo
sull’aumento dei crimini dei colletti bianchi che trovate qui. La notizia
dell’aumento di questi reati è stata pubblicata sul Legal Daily, un quotidiano
cinese.
Il 19
gennaio mattina, come ogni giorno, faccio la mia consueta rassegna stampa, tra
cui rientra anche la versione per iPad di Repubblica, RSera, un prodotto multimediale
del quotidiano di Largo Fochetti che diffonde anche contenuti audio a cura dei
corrispondenti di Repubblica in giro per il mondo. Scopro contento che la
notizia ha attirato l’attenzione del corrispondente di Rep, Giampaolo Visetti,
ma quando inizio ad ascoltare l’audio la contentezza per essere stato ripreso
da un grande quotidiano si trasforma prima in stupore, poi in rabbia: Visetti
sta leggendo integralmente il mio articolo senza citare la fonte, limitandosi
ad esagerare le statistiche per fornire un quadro più allarmante del fenomeno e
a trasformare una fonte, un avvocato cinese, nel procuratore capo di Pechino, suppongo
per rendere più sensazionale l’accaduto. Potete ascoltare qui la corrispondenza
di Giampaolo Visetti, visto che il link su RSera non è più raggiungibile.
Chiamo la mia redazione per informarmi se il pezzo sia stato passato sulla rete: se così fosse, Visetti avrebbe tutto il diritto di riprenderlo integralmente, ma l’articolo è stato pubblicato esclusivamente sul portale, e reca in coda una scritta molto visibile di “Riproduzione Riservata”.
Il plagio si ripete qualche mese dopo: il 13 marzo realizzo un articolo sul riciclaggio di capitali sporchi a Macao, basandomi sul sito CasinoLeaks. Trovate il pezzo qui, e vi invito a leggerlo mettendo in sottofondo questo audio:
ossia la corrispondenza per RSera firmata da Giampaolo Visetti il 15
marzo: è identica, il corrispondente di Repubblica da Pechino ha copiato di
nuovo, senza citare la fonte.
“Oops, I did it again”, avrebbe detto Britney Spears.
Decido di
affrontare la questione, scrivo un’educata mail al collega, lamentando che
ancora una volta la fonte originale non è stata citata: Visetti ammette
candidamente di avere ripreso i pezzi di AgiChina24.it almeno un’altra volta, e
risponde che lui aveva inserito il riferimento ma purtroppo “i tecnici audio di
Rep lo hanno tagliato”. Chiedo di citare la fonte ex post, soprattutto per
difendere il mio lavoro e quello degli altri collaboratori di AgiChina24.it,
gente che spesso chiude alle undici di sera, priva dei mezzi garantiti a un
grande quotidiano come Repubblica, ma non ottengo alcuna risposta.
Questa non è
solo una faccenda personale: qui e qui troverete un resoconto del lavoro di
Giampaolo Visetti in Giappone, dove è stato accusato dalla comunità italiana di
aver realizzato articoli a dir poco imprecisi sulla tragedia del terremoto
dello scorso anno, trasformando ad esempio il sindaco di una cittadina colpita
dal sisma in un eroico operaio, disposto a sacrificarsi per mettere in
sicurezza la centrale di Fukushima. Le corrispondenze nipponiche sono valse a
Visetti persino una poco onorevole menzione nel Wall of Shame, che trovate qui.
Il metodo di lavoro adottato dal corrispondente di Repubblica sembra
sempre lo stesso, anche quando si muove a Pechino: esagerazione e
drammatizzazione dei fatti, imprecisioni, inesattezze. Potrei fornire altri
esempi, ma ho già scritto troppo, e voglio concludere. Resto a disposizione per
chiarimenti, se mi verranno richiesti.
Lettera aperta a
“Repubblica”
Probabilmente dopo la
pubblicazione di questo post non accadrà nulla. Qualche lettore penserà che si
tratta di un post dettato dall’invidia verso un collega molto più blasonato,
conosciuto e dotato di mezzi. Una “character assassination”, direbbero i soliti
americani. Non ho strumenti per provare la mia buona fede, ma anche se fossi
mosso esclusivamente dalla gelosia, e non dall’amore per un mestiere che
ritengo debba anche svolgere una funzione sociale, cioè quella di informare il
pubblico, penso che l’affaire Visetti possa comunque suscitare delle domande:
possibile che a nessuno a Repubblica sia giunta voce dei metodi adottati dal
loro corrispondente a Pechino?
E’ stato fatto qualcosa per porre rimedio?
E’
legittimo che il corrispondente di un quotidiano che da quando è stato fondato
si erge a voce della coscienza nazionale commetta ripetutamente queste gravi
scorrettezze?
Giampaolo Visetti è stato richiamato, avvertito, sottoposto a censura dal suo giornale?
Non mi sembra sia successo niente di tutto questo: farebbe piacere sentire cosa ha da dire il direttore di Repubblica Ezio Mauro; ma d’altronde, come cantava Vasco Rossi, “non siamo mica gli americani”.
Giampaolo Visetti è stato richiamato, avvertito, sottoposto a censura dal suo giornale?
Non mi sembra sia successo niente di tutto questo: farebbe piacere sentire cosa ha da dire il direttore di Repubblica Ezio Mauro; ma d’altronde, come cantava Vasco Rossi, “non siamo mica gli americani”.
Un altro exploit del Nostro: http://linguaggiodelweb.blogspot.it/2011/10/il-cinese-soppiantera-presto-linglese.html
RispondiEliminaAllora ...
RispondiEliminaPrima questione, il caso Zakaria.
Con tutto il rispetto per te, e per chi fa il tuo mestiere, la prosa che producete non è certo di alto livello letterario, ma dev'essere informazione essenziale, funzionale alla descrizione dei fatti e dei protagonisti, ma senza orpelli.
Qualcosa di affatto diverso e lontano da "I fratelli Karamàzov", insomma.
Quindi.
Giudicare e addirittura sospendere un professionista perchè una "breve" di < 10 righe ( meno di dieci, tu mi racconti ! ) assomiglia al pezzillo di una collega ( ma se avessero scandagliato l'Oceano di parole del web, sono sicuro che avrebbero trovato similitudini a DOZZINE ), a me non sembra un esempio mirabile di correttezza deontologica, ma pura e semplice ISTERIA, riflesso del puritanesimo nordamericano, estremista e bigotto, sempre alla ricerca del Male da stanare.
Seconda questione, il Visetti.
Qui, la somiglianza tra l'audio e le pagine AGI China 24 che tu linki sopra è sostanziale, virgole e punti fermi inclusi.
Che ti devo dire ?
Te la devi giocare ( devi agire lo shaming ) nella tua rete informatica di relazioni consolidate.
Chi passa al volo in questo blog, potrà pensare anche ad una Guerra tra colleghi : in fondo, a cambiare la data di pubblicazione di una pagina-web ci vuole nulla, chi lo assicura che tu hai scritto il pezzo prima, e poi Giampaolo Visetti t'ha copiato ...
e non viceversa ?
Torniamo al nodo del net, fare pressione.
...
Personalmente, lo stile del Visetti, narrativo e ( non di rado ) impressivo, m'è sempre piaciuto.
Lo leggo con piacere, con cadenza settimanale, su "D" de "la Repubblica".
Ma questa mia opinione positiva sullo stile, non lenirebbe la scorrettezza dello scopiazzamento di un collega ...
ergo ?
Buon lavoro.
Ma infatti Visetti andrebbe bene come romanziere..inventa, lo dice, e nessuno direbbe nulla.
RispondiEliminaCome "giornalista" e' solo un imbroglione della peggior fatta, stile narrativo o meno...